La messa come sguardo profetico sulla vita: una breve testimonianza

di Jvan Aulino

Sabato scorso il Signore ha iniziato in me un meraviglioso cammino di guarigione per mezzo di padre Renato dei Cappuccini a Pontedera, dopo un pomeriggio di prove ardue che mi avevano fiaccato notevolmente. Durante la sua omelia in cui commentava il brano della guarigione dell’emorroissa e della figlioletta del capo della sinagoga di 12 anni, ha iniziò a dire che queste due donne per diversi motivi erano incapaci di generare vita; io subito ho detto tra me e me: – Ma pure io son quasi morto e non genero!. Egli mi ha fatto riflettere su una cosa importante, ovvero che noi siamo già redenti e risorti e dunque perché vivo ancora da morto. Io tutto preso a lamentarmi a rimuginare sul passato, sul male fatto e subito, ma basta!. Sono uscito di Chiesa come un bambino appena nato e pieno di entusiasmo, desideroso ancora di più di unirmi al Signore e vivere di Lui insieme a Paola, la mia fidanzata, consapevole della missione a me affidata!

Lei è un dono per purificare il cuore e crescere nell’amore di Cristo, così da poter rileggere giorno dopo giorno le cose che mi accadono alla luce della Parola e a donare Gesù a coloro che incontrerò. Ringrazio il Signore per avermi permesso di conseguire la laurea magistrale in Scienze religiose; cercherò di essere un insegnante di religione plasmato da Gesù in ogni istante, in strettissimo rapporto con lui e gioioso di poter un giorno far parte del suo Regno.

Gesù è il mio Signore e mio Dio!

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