Il Rinnovamento nello Spirito in carcere per un dono di Natale ai detenuti

di Emiliano Tognetti

Fa sempre effetto quando si aprono e si chiudono le porte di un carcere. Da luogo di isolamento per persone socialmente pericolose la parola di Gesù lo ha rivoluzionato in un’azione per esercitare la misericordia “visitare i carcerati”, ci ricorda il capitolo 25 del vangelo di Matteo.

Il Rinnovamento nello Spirito da sei anni ha preso sul serio questa opera di Misericordia; grazie a “Prison Fellowship Italia Onlus” in dodici carceri italiane si è concretizzata “l’altRa cucina… per un pranzo di natale con i detenuti”. In Toscana, il Rinnovamento nello Spirito ha organizzato il pranzo nel carcere di Massa.

Circa 250 i detenuti serviti dai volontari del movimento ecclesiale toscano. Un pranzo che nella sua semplicità è un’esperienza che veramente può toccare il cuore e contribuire a cambiare la vita.

È stata la gioia dei carcerati, che per almeno un giorno hanno potuto pranzare in un’atmosfera più allegra del consueto a rendere ancora più gioiosa questa occasione e a prepararci al Natale del Signore Gesù.

Ad accompagnare l’iniziativa del Rinnovamento alcuni amici di alto profilo artistico, culturale e gastronomico: Alessandro Bandoni, del ristorante Le Palme, nelle cucine del carcere assieme a dei detenuti, ha preparato il pranzo. Menù dalla carta: antipasto con tortino di polenta su fonduta di formaggi, primo con rigatoni stordellati alla Carrarina, secondo con crostone di manzo e spinaci e per finire il pandoro con crema inglese.

Non è mancata la musica che è stata come sempre fonte di gioia, pace ed allegria: l’inizio con l’animazione della corale regionale del Rinnovamento, che assieme ai volontari ha animato il momento di preghiera iniziale. Assieme a loro, un trio eccezionale con i musicisti Roberto Duna al violino e Pierpaolo Biancalani alla fisarmonica e la voce con chitarra del tenore Maurizio Marchini.

Ancora hanno fatto la loro parte in tema di musica il gruppo dei “Carce-rock” con brani natalizi e classici della musica italiana ed internazionale.

Quello che credo non sia trasmissibile con le parole, è la gioia che si poteva leggere sul volto dei detenuti, e quella sul volto dei volontari che per un intero giorno hanno donato veramente con spirito di gioia un servizio a questi che papa Francesco, non esiterebbe a chiamare “ultimi” della società.

Nutrita anche la compagine istituzionale locale, che è stata raggiunta dai saluti della coordinatrice regionale del Rinnovamento, Bianca Maria Marcocci. Erano presenti i sindaci di Massa, Francesco Persiani e di Carrara, Francesco De Pasquale, con l’assessora Amelia Zanti, l’assessora del comune di Montignoso Giorgia Podestà e dirigenti dei comuni.

Il sorriso non è mai mancato sul volto della “padrona di casa”: la direttrice Cristina Bigi, che era sensibilmente commossa e forse non si aspettava la gioia dei detenuti che ad un certo momento hanno chiesto di poter fare delle foto con la direttrice.

Anche la chiesa locale non ha fatto mancare la sua presenza: mons. Giovanni Santucci, vescovo di Massa Carrara, nel suo saluto si è augurato che un giorno, le carceri potessero essere vuote, perché sono cambiati i cuori delle persone, ed il Natale non è solo un giorno qualsiasi, ma è la storia che “dovrebbe aiutarci a cambiare la storia”.

Presenti anche Don Leonardo Biancalani, che volontario fra i volontari ha servito ai tavoli senza mai perdere un colpo ed un sorriso ed il cappellano carceraio Don Michele Bigi, che da buon padre ha condiviso il pasto con i detenuti.

Con questo gesto, che speriamo possa essere un punto di partenza per la conversione dei cuori di ognuno di noi, rendiamo concreto l’auspicio fatto a Roma dal presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, Salvatore Martinez che in un passaggio del suo intervento di presentazione dell’evento ricordava che “la speranza è un dono. Disperare è facile. Sperare è d’obbligo. E sono proprio i poveri che ci insegnano a sperare. I “poveri in libertà” sono proprio i carcerati, la cui speranza di ritrovare il bene immenso della libertà è riposta nelle nostre mani.

I cristiani conoscono una speranza che non delude, perché alimentata dall’amore e resa possibile dalla fraternità umana. Questa speranza, che per un detenuto è la possibilità di riscattare la propria vita, di volgersi al bene e di rinunziare al male, di redimersi dalle proprie colpe, è posta nel più profondo del cuore di ogni persona che è sulla terra. Dove c’è una persona che ha sbagliato, là si fa ancora più presente l’istanza di una giustizia che sia misericordiosa, cioè profondamente umana.”

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