Sulla castità e dintorni..

di Emiliano Tognetti

Cara lettrice, caro lettore,

dopo qualche giorno di trasferta per motivi di lavoro, cominciamo questa settimana con un tema antico, ma sempre attuale: la castità!

Non parlerò della castità vista dai maschi e dalle femmine, quello sarà poi un passo successivo; quello di cui vorrei parlare con questo editoriale è il mio punto vista, la mia esperienza sulla castità “in generale”.

Vorrei iniziare condividendo con voi una bellissima notizia: siamo tutte persone ferite! Che tu sia maschio o che tu sia femmina, che tu sia giovane o vecchio, alto o basso, ricco o povero non importa! In tutta la vita, prima o poi tutti subiamo una o più ferite, più o meno gravi e oh, non scampa nessuno! Ah che bella notizia! Potrei anche chiudere qui ed aver finito. “Questo è matto!” penserà qualcuno, specialmente fra i credenti e fra i credenti seri, quelli che veramente amano Cristo  “con tutto il cuore, con tutta l’ anima e con tutta la mente” (cfr. Mt 22,37)

No, cari lettori, non mi sono ammattito, ma riflettevo in questi giorni su questo tema e veramente se non partiamo da questo punto di vista, non possiamo capire a fondo cosa sia la castità! Ieri ho provato a chiedere così, bonariamente, cosa sia la castità ed ho avuto le risposte più varie “un’utopia”, “un dono”, “un’illusione”, “una cosa contro natura” etc.

Io credo che la castità sia una “scelta di libertà” e sia una scelta dovuta alla purezza, al vedere l’altro con “gli occhi di Dio”!  Con questa frase vorrei spezzare una lancia a favore dei non credenti: ignorano, non avendo incontrato Gesù, che cosa sia la castità e nella loro ignoranza (nel senso ovviamente di non conoscenza, non è una colpa) pensano che sia una repressione del sesso o una castrazione volontaria.

E spesso noi cristiani, forse, siamo un po’ troppo condizionati da certe rappresentazioni di sante e santi pre-conciliari e noi spesso andiamo loro dietro, come dei tonni.

Non me ne voglia Santa Maria Goretti, ma una certa rappresentazione che ne viene data di lei ancora oggi come la santa che è morta per difendere l’ideale della purezza.. perdonatemi, ma non mi convince! È troppo innaturale, è troppo anni ’50, quando c’era una diversa e disumana concezione di Dio, di Gesù e della Chiesa! Io venero e amo questa sorellina che è salita agli onori degli altari! E questo per aver perdonato il ragazzo che voleva violentarla,  e lei ha dato la vita per difendere la sua Libertà, non una certa “illibatezza innaturale”!

E non me ne voglia parimenti un certo serafico San Francesco d’Assisi, oggi tornato quanto mai di moda.. non il santo patrono d’Italia in sé, ma una certa rappresentazione che ne viene fatta come di un “malato di purezza”, come uno che obbrobriava il proprio corpo in virtù dell’anima! Questo grazie ad una certa televisione degli anni 70, che lo ha mostrato più un santo “figlio dei fiori”, che un amante vero di Cristo e delle Chiesa!

Riflettendo sulla castità, o meglio ancora sulla purezza di cui è un’espressione, mi sono accorto che Gesù non parla dell’amore fra uomo e donna, nel senso che non dà delle istruzioni su come accoppiarsi, se non facendo tre riferimenti: al matrimonio nella Genesi, con la sua indissolubilità, al matrimonio dopo la morte e alla sua parentela sulla terra. Che c’incastra questo dirà qualcuno? Non ha detto “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8)? Che cosa sta dicendo questo? Forse sderena? No, non sto andando fuori di testa, ma vorrei togliere dei luoghi comuni che circolano fra noi cristiani e che forse ci rendono difficoltosa la strada della Felicità, quella Sua che nessuno ci può togliere.

Gesù riprende il discorso del Padre nella Genesi e non avrebbe potuto fare altrimenti, perché anche Lui era lì presente assieme allo Spirito Santo: “ «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola?” (Mt 19,4-5).

E ancora “Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio». Gli dissero i discepoli: «Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi» (Mt 19,9-10). In un altro passo Gesù parla della vera castità ed è questa: Non commettere adulterio. Ma io vi dico: se uno guarda la donna di un altro perché la vuole, nel suo cuore egli ha già peccato di adulterio con lei. (Mt 5,27).

Ora bisogna specificare che il cuore per gli Ebrei, non è la sede dei sentimenti, ma quella della volontà! Afferma, infatti, Giuseppe Martelli che il cuore è “l’insieme della personalità dell’uomo, comprensiva di mente, coscienza e volontà, della quale sottolinea ora l’uno ora l’altro aspetto e ne evidenzia spesso le responsabilità legate alle conseguenze delle relative specifiche azioni”.[1]

Questa precisazione sulla volontà è fondamentale per capire che cosa sia la castità, o purezza: vedere un ragazzo o una ragazza (liberi) e provare interesse, attrazione o piacere è bello, è naturale ed è cristiano!

Quello che genera il peccato di adulterio è il desiderio cattivo del cuore che manca di carità, ovvero lo scegliere volontariamente una persona che sì è legata ad un altro/a e che si sono giurati amore eterno davanti a Dio! Lo ripeto, il piacere naturale di stare con una persona è un fattore naturale, non è peccato!

Quello che ci chiede Dio, nella purezza del cuore, è fare e perseguire una scelta libera e giusta secondo la nostra volontà e la nostra libertà!

E questo cosa c’incastra con le ferite? C’incastra perché le ferite non sono un male oscuro dal quale il Signore ci libera con la bacchetta magica, ma sono le conseguenze di scelte che noi, (facciamo o subiamo) a seconda dei casi, per la nostra libera scelta o per la scelta di altri.

Io credo, infatti, che Dio non abbia pensato ad una persona specifica per ogni essere umano, mancherebbe altrimenti la libertà di scelta e di essere scelti e tutte le conseguenze che ne derivano. Ogni essere umano è figlio di Dio, è dono di Dio, è tempio dello Spirito Santo! Non esiste una persona sulla faccia della terra in cui non ci sia la presenza di Dio e non esiste battezzato in cui Dio non viva! E non uno dei tre, ma la Trinità tutta intera!

Noi spesso siamo infelici, perché scegliamo male! E quando una storia d’amore finisce il sentimento che ci domina è la paura, il timore di sbagliare nuovamente! Il fervore che tanti che ritornano a io sentono, non è una cosa nuova che prima non c’era, ma è uno scoprire che dentro di te, l’Amore ha sempre abitato e ti ha sempre fatto uomo o donna di Dio! In questo sta la castità, nel voler fare, o rifare, le cose per bene!

Spesso succede che accanto alla paura si generi quel sentimento strano come di paralisi, giusto? Io ho chiuso una storia d’amore travagliata che mi ha lasciato dentro la morte ed ora vivo il lutto, poi incontro Gesù e risorgo, sono al settimo cielo, mi si avvicina qualcuno/a cui posso interessare e/o che mi interessa e…. nulla, mi blocco ho paura! Perché? Eppure quella persona è brava, sincera, dolce, ma non ho voglia, la tengo a distanza, mi da fastidio che mi ronzi intorno.. e poi ci prova con tutte/i, io sono speciale, sono figlio/a di Dio il Padre penserà a me, se io mi affido a Lui… quante volte abbiamo fatto questi pensieri? Sinceramente, quante volte? Tante! Io per primo mi sono perso nei meandri dei miei pensieri, nei cunicoli del mio cuore e quante occasioni ho mancato? Quanti treni ho perso? Io penso tantissimi.. e Gesù continua a farmi incontrare persone, perché? Perché si torna lì: ognuno è dono di Dio e ognuno ha la possibilità e la potenzialità di scegliere ed essere scelto da un partner. Dio non mette un marcatore per dire “quello sì, quello no”, quelle sono cose che mettiamo noi, in psicologia si chiamano “meccanismi di difesa”, filtri..

Sia chiaro: questo vale in generale e per tutti, poi ognuno ha delle situazioni che richiedono dei periodi di latenza, il lutto va elaborato, va fatto ordine e va ripresa una certa serenità, altrimenti di fa l’errore di buttarsi nelle braccia del/la primo/a che capita e si torna lì: non si sceglie l’altro con libertà, o nella purezza!

Quello che qui voglio richiamare è che il primo dono di Dio è la libertà! E ci ha reso liberi perché Lui è libero! “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.” (Gal 5,1) ci ricorda San Paolo! Ma qual è la schiavitù più grande se non il peccato e la paura? Dove c’è l’amore, e dove regna l’Amore di Dio, non c’è paura e saremo liberi di scegliere perché vinceremo il peccato con la Grazia di Dio!

Qualcuno mi potrà dire “Ok, ma io voglio capire quale progetto Dio ha per me, qual è la mia strada, la mia vocazione e voglio aspettare i tempi di Dio per essere finalmente felice con la persona che mi ha preparato fin dall’eternità!” Azzardo una cosa (e forse qualche critica o mal di pancia): il progetto di Dio sei tu! Eh si! Dio ti ha creato e ti ha liberato dal peccato perché tu, proprio tu, diventi fin da ora felice! E il tuo modello di progetto di vita in pienezza è Gesù! Quello stesso Gesù che ti abita! Ogni fratello ed ogni sorella sono figli e doni di Dio ed ognuno è una possibilità che Dio ti mette davanti perché tu possa essere felice! Ma come faccio a capire se quella è la persona per me? Quella è la persona per te, se la conosci e la scegli nella libertà! E se lei fa altrettanto, ovviamente! E la puoi conoscere se vinci la paura di fallire! “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?” (Rm 8, 31-32) Il Padre ti ha dato il Figlio ed il Figlio ti ha dato lo Spirito Santo! E Gesù stesso ci dice che “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.” (Gv 14, 16-23)

E se noi abbiamo un così grande dono, il più grande che abita in noi, siamo o non siamo dono di Dio? Ma lasciamo parlare ancora Gesù «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre». (Mt 12, 48-49).

E se questo ancora non bastasse Gesù stesso ci ricorda che “Qualunque cosa avete fatto ai più piccoli, lo avete fatto a me” (Mt 25,40).

Ed allora? Che cosa aspettiamo?? Che abbiamo fatto i compiti a casa? Che l’altro per essere uomo deve dimostrarci la sua maturità? Che la donna sia emancipata? Che vada via di casa e si liberi dei genitori? Lo farà al tempo opportuno, quando troverà con chi fare famiglia! E come troverà ciò che cerca? Smettendo di avere paura ed affidandosi a Dio che ti ha dato tutti gli strumenti: sentimentali, psicologici, spirituali ed esperienziali per fare una scelta che non sarà mai perfetta, perché nessuno è perfetto! Ma che sarà una scelta libera e consapevole dell’altro perché anche l’altro è fragile come me ed anche l’altro è stato redento da Cristo per portare a compimento il disegno di Dio su ognuno di noi: la felicità in Cristo, per Cristo e con Cristo.

Tutto il resto, mi spiace, sono strategie umane, legittime, ma che lasciano prima o poi il tempo che trovano e le famose ferite di cui sopra.

Impariamo a scegliere bene allora e vedremo che l’amore curerà le ferite del passato e del presente, perché l’Amore Vero, quello che libera, abita in noi e nei fratelli e le sorelle, che poi sono la Chiesa. Questa è la vera castità di vita: la libertà di scegliere nell’amore!

[1][1] Giuseppe Martelli “Il cuore secondo la parola di Dio”, disponibile on line all’U.R.L. http://www.laparola.info/files/Cuore.pdf

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