Di Anthea Checchia

Lo scorso 7 dicembre, si è tenuto presso il Santuario di Montenero a Livorno, la decima edizione della Veglia dell’Immacolata.

L’incontro di preghiera, iniziato alle 21 con la Santa Messa celebrata da S.E. Mons. Simone Giusti, è proseguito per tutta la notte con l’Adorazione del Santissimo Sacramento.

Diversi gruppi e associazioni cattoliche hanno animato con canti e preghiere fino alle 5 del mattino.

La prima ora di adorazione è stata animata da una rappresentanza di giovani e adulti del Rinnovamento nello Spirito Santo di Livorno e Pisa. Durante questo momento, Fabio del gruppo del RnS “Sacro Cuore” di Pisa, ha raccontato della sua conversione attraverso la testimonianza che abbiamo raccolto e riportiamo di seguito.

Ringraziamo gli organizzatori ed in particolar modo mons. Giusti che con le sue parole e la sua simpatia, come l’angelo Gabriele a Maria, ha portato a noi l’annuncio di una vita che deve essere vissuta appieno, nella consapevolezza che Dio ci ha creati e ci ama, tanto da essersi incarnato nel seno di una donna per redimerci e donarci la vita eterna.

Un annuncio che ha preparato i cuori alla preghiera, infatti tanti giovani, tanti adulti, tante famiglie ieri hanno affidato il loro essere e le loro preghiere alla Mamma Celeste.

Momenti toccanti, di giubilo, di pace, vissuti con la consapevolezza che il Signore ci chiama personalmente e come comunità, in cui non ci sono preferenze, perché il suo amore grande ci raggiunge e abbraccia tutto il nostro essere come individui e come persone appartenenti ad un’unica Chiesa universale.

 “Buonasera a tutti, oggi mi trovo qui a fare una testimonianza sulla mia conversione e per prima cosa vi voglio dire che la conversione è un dono, un dono del nostro signore Gesù. Da piccolo ricordo che andavo sempre a messa la domenica con i miei amichetti e parlavo molto con il Signore. Ricordo che quando scendevo di casa per andare alle medie a scuola, mi mettevo in preghiera e ci parlavo, ci parlavo proprio tanto con Gesù, era il mio amico. E poi? E poi andai al liceo e scoprii di avere una brutta scoliosi. Nel giro di un’estate crebbi molto e il mio busto ruotò un poco, avevo questa S dove ci doveva essere una I. Il trattamento per combatterla allora fu quello di fare dei cicli di gesso che mi ricoprivano tutto il busto e non fu bello. Non è una cosa incredibile con il senno di poi, ma io ero un ragazzino ingenuo e credulone e fui preso di mira al liceo un po’ per questo e un po’ perché indossavo questo gesso. Mi ricordo che un giorno tornai a casa e mi chiusi in bagno piangendo e gli dissi “Tu non puoi esistere Signore se permetti tutto ciò e lo salutai così. Davanti al mio dolore, non riuscivo più a credere a un Dio che mi amava sopra ogni cosa. Gli anni del liceo furono molto turbolenti e li passai lontano da Dio, ma questi anni ora come ora li vedo una benedizione. Dopo il liceo passai 2 anni a Napoli all’università e poi decisi di trasferire i miei studi a Pisa, dove incontrai l’amore di una ragazza credente. Lei è stata il tramite attraverso cui il signore si è rifatto vivo. Mi ricordo un giorno che io ero a Napoli, mi disse che la madre non stava bene e di pregare per la madre. Io le risposi “come si prega?” e lei mi disse di fare il segno della croce e di parlare al signore: avevo dimenticato come si pregava. Però questo pregare per sua madre mi fece stare inaspettatamente bene. Allora da quel momento in poi incominciai a pregare di tanto in tanto per conto mio, a ricominciare a parlare al Signore, ad aprirgli il cuore. Una cosa che ho imparato in questi anni è che Dio potrebbe rivelarti tutto subito, ma non lo fa perché ogni cosa arriva al suo tempo. Ogni tanto la domenica incominciavo ad andare a messa con lei e anche questa cosa mi faceva stare bene quindi da ogni tanto diventò tutte le domeniche. Ricordo che all’inizio avevo molta paura di dire sì a tutto, mi faceva stare bene, ma non volevo impegnarmi troppo nel fare cose perché avevo i miei appuntamenti con i videogiochi, ero molto pigro e mi piaceva restare a casa.

Poi incontrai la preghiera carismatica per la prima volta vicino casa mia, a Casal di Principe, dove c’erano dei frati carismatici che facevano questo campo estivo ed evangelizzavano nella città. Durante una preghiera di guarigione non so spiegare bene cosa mi sentii di preciso, però ricordo vivamente il pianto e che mi sentii toccare la schiena e una sensazione di pace alla fine. Poco dopo scoprii che era peggiorata ulteriormente la scoliosi e mi dovevo operare. Ero sempre stato contrario all’operazione perché è molto invasiva e invece questa volta dissi Sì senza neanche pensarci troppo. Mi operai a gennaio del 2015 e l’operazione andò che meglio non poteva davvero. Riuscissero a ridurmi la scoliosi da una previsione del 50% a un 80%. Tre giorni dopo l’operazione mi rimisero in piedi con un carrellino e piano piano la prima cosa che feci fu andare nella cappella dell’ospedale e ringraziare il cielo.

Dopo l’operazione piano piano tornai a rifare tutte le cose che facevo prima e a tornare alla normalità, ma era ancora una normalità che non andava bene. Con la scusa della schiena, ricaddi ancora una volta nell’accidia e nella pigrizia e passavo molto tempo a casa, troppo. Poi una cosa che mi cambiò la vita fu quello di trovare un gruppo del rinnovamento a Pisa. Qui ho trovato una preghiera compatibile con il mio parlare a Gesù e dopo un po’ feci partecipai al seminario di vita nuova. Piano piano ho conosciuto Dio e sto continuando a conoscerlo. Sono sempre più consapevole che tutto ciò che è successo perché lui potesse trasformare il mio cuore di pietra in un cuore di carne viva, mi ha fatto morire solo affinché potessi rinascere. Da che prima la vita per lo più la guardavo scorrere, ora la vivo attivamente con Gesù nel cuore, che mi succeda una cosa bella o brutta, ho la consapevolezza che lui è vicino a me e mi conforta. Ora non mi vergogno più di quello che sono stato e di quello che sono, non mi nascondo più dietro alle solite scuse e combatto affinché possa vivere al 100% nell’amore del nostro Dio. Gesù è il Signore! Alleluia!”

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