Geremia, il mite, eppure : “Profeta a costo della vita!” (1°Parte)

un ritratto a matita di Padre Gian Marco Mattei

di Padre Gian Marco Mattei

The prophet Jeremiah by Michelangelo.jpg

Geremia, sacerdote, nato nel villaggio di Anatoth, (oggi periferia nord di Gerusalemme), nel territorio di Beniamino, visse verso la metà del VI secolo a.C. Il suo nome significa: “Jhwèh ha stabilito”. E’ uno dei Profeti detti “maggiori” per la lunghezza delle loro opere scritte. La sua vocazione, riferita nel capitolo 1°del suo testo, contiene gli elementi tipici di ogni vocazione. È una pagina luminosa ed entusiasmante! Il Profeta è posseduto dalla Parola di Dio, cioè illuminato, interiorizzato e guidato con la potenza dello Spirito di  Dio.

Mi fu rivolta la parola dl Signore: “Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce , ti avevo consacrato: ti ho stabilito profeta delle nazioni (v.5). Dio conosce ogni persona e rimane l’unico Signore fino dal primo istante dell’esistenza. Nella sua misericordiosa  provvidenza, egli crea, nomina, consacra, assegna funzioni. È una costante dell’agire di Dio, quindi una “legge biblica”: Dio chiama e manda ; ogni vocazione è preludio di una missione.

Risposi : “Ahimè, Signore Dio, ecco non so parlare perché sono giovane” (v.6). Geremia è un giovane di vent’anni, non ha alcuna autorità. Ancor oggi si è sempre tanto giovani, quando si tratta di annunciare la Parola di Dio!  Anche Mosè, inviato dal Signore a liberare il popolo  eletto, ebbe una reazione analoga  dichiarando la sua incapacità, e la ribadì con tre scuse: “non mi crederanno, non so il tuo nome, non so parlare”…

Ma il Signore mi disse : ”Non dire, sono giovane, ma va da coloro a cui ti manderò e annuncia ciò che io ti ordinerò. Non temerli perché io sono con te per proteggerti. Oracolo del Signore”  (v.8). Il Signore Dio è il primo responsabile di ciò che deve essere annunciato : egli  dà il messaggio e sostiene con la sua potenza la fragilità del messaggero. Come non pensare a S. Paolo ? “Il Signore mi ha detto : ti basta la mia grazia; la mia potenza, infatti, si manifesta pienamente nella debolezza”…. “Perciò mi compiaccio nelle mie infermità. negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo : quando sono debole, allora sono forte!” (2Cor. 12,9-10).  E ancora : “Tutto posso in Colui che mi dà forza” (Fil.4,13).

Il Signore stese la mano, mi toccò la bocca e il Signore mi disse : Ecco, oggi ti costituisco sopra i popoli e sopra i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare”(v.10).       Incarico straordinario! Con una azione simbolica (toccare la bocca) il Signore conferma il mandato profetico a Geremia e la promessa della sua assistenza.  Anche noi abbiamo bisogno di vedere dei segni. Gesù ne ha compiuti molti per manifestare la sua tenerezza, la sua misericordia e la sua divinità. Anche altri profeti come Isaia (6,7),  Ezechiele (2,8-3,3), Daniele (10,16) ebbero un analogo “segno” a conferma della loro missione. Ancor oggi il Signore Gesù ci offre  “lo Spirito santo e i segni” ; pensiamo ai “segni dei tempi” per discernere la volontà divina, pensiamo ai ss. Sacramenti, segni sensibili ed efficaci della grazia che significano. Il compito profetico di Geremia avrà, dunque, una duplice missione: “Sradicare, demolire, distruggere, abbattere”, cioè, condannare il peccato, la violazione dell’Alleanza, l’ingiustizia, il rifiuto della legge, il culto falso  nel tempio (Ger.7) .  La sua parola coinvolge re, personaggi altolocati, sacerdoti,  popolo e falsi profeti di corte.

Edificare e piantare”: dovrà approfondire l’eredità religiosa, nella sua purezza, includendo nuove rivelazioni. Voglio citare a proposito, tre passi luminosi, indimenticabili :  “Mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento, quando mi seguivi nel deserto, in una terra non seminata. Israele era una cosa sacra al Signore, la primizia del suo raccolto : quanti ne mangiavano  dovevano pagarla, la sventura si abbatteva su di loro” (Ger.2,1-17). Dio parla il linguaggio del fidanzato! Dio è innamorato del suo popolo! “Io pensavo: come vorrei considerarti tra i miei figli e darti una terra invidiabile, una eredità che sia l’ornamento più prezioso dei popoli. Io pensavo: voi mi direte: “Padre mio” e non tralascerete di seguirmi. Ma come una donna è infedele al suo sposo, così voi, casa d’Israele, siete stati infedeli con me”  (Ger.3,19).  E’ un passo romantico (come quello che seguirà  (Ger.31,20)I, perché fa fare a Dio un soliloquio di amore : un invito al ravvedimento.  Il peccato è sempre un tradimento dell’amore dovuto; per la Scrittura è un adulterio!  “Non è forse Efrain un figlio a me caro, un fanciullo prediletto? (il mio bimbo, il mio tesoro, il mio cocco). Infatti, dopo averlo minacciato  mene ricordo sempre più vivamente- Per questo le mie viscere si commuovono per lui, sento per lui una profonda tenerezza!”  (Ger.31,20)  Dio si rivela come amore paterno e materno!

ll vertice dell’ annuncio positivo  del profeta è contenuto nel cap. 31° in cui parla della ” Nuova Alleanza”, vertice della rivelazione dell’A.T.”; altrettanto positivi sono i capitoli 30-33, (libro della Consolazione).

Ecco, verranno giorni,  dice il Signore,  nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda io concluderò un’alleanza nuova. Non come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese d’Egitto, una alleanza che essi hanno violato, benché io fossi loro Signore. Parola del Signore.  Questa sarà l’alleanza che io concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni, dice il Signore:  Porrò la mia legge nel loro animo , la scriverò nel loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo” (Ger.31,33).

In sintesi :    

Sul piano religioso : Geremia  insiste sulla fedeltà all’Alleanza, sulla interiorità del culto contro il fariseismo e il ritualismo. E chiede la conversione  del cuore.                                                                                                                                                                             Sul piano politico  sfata il mito delle alleanze come sistema di difesa e di prestigio.

Sul piano personale  vive il dramma di una coscienza delicata e illuminata che deve annunciare la verità e non viene accolta.

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