STRADE DI VITA

Ecco le prime cinque poesie tratte dalla raccolta “STRADE DI VITA”di Aulino Jvan.

RADICI
Rammento il preciso attimo
In cui lasciai il luogo dove
Dal grembo di mia madre tratto fui,
E raggiunsi la terra di Tuscia
Dove uomo divenni tra lacrime e risate.
Ti conobbi anni orsono
Ed è in questa italica porzione che
Alla luce darai il frutto di cotanto amore
Che vincola le anime nostre
Per mezzo dell’eterno patto antico e sempre nuovo.
Il cuor mio di desiderare ha smesso
Rivalse e vane vendette,
Solo cerca di lasciarsi andare
All’onnipresente Provvidenza
E al duro lavoro
Di padre e di marito.
Nell’immenso io mi perdo.

LUCE
Io non posso stare fermo,
Le mie gambe devono per forza
Mettersi in cammino
Per raggiungere quell’aspirata terra promessa;
Spero di incontrare nel cammino un angelo
Che mi illumini
Mentre corro verso la mèta.
Un messo portatore
Di quell’eterna luce
Che traspare di tanto in tanto
Nelle vite nostre precarie ed instabili.
Instabili come un cielo nuvoloso
Che non sa se piangere o no.
Versa lacrime di dolore
Atavico e pungente che s’imprime
Su un sorriso stabile di chi sa
Di non essere abbandonato;
Ciò che prova un bimbo
Che perde la mamma,
Una ragazza lasciata dal fidanzato,
Un cane in autostrada.
Un forestiero che ha lasciato la sua terra calda
E piena di fichi e arance.
Chissà, forse troverà
Un raggio di sole
Negli occhi di lei
E delle arance
Sulle sue fragranti labbra.
E’ lei la luce eterna.

EROE COMUNE
L’ardente desiderio di cuore palpitante
Di rovente e caldo fuoco
Che prova a incendiare prati e fiori,
D’un tratto acqua abbondante e sporca
Che tutto spegne e ghiaccia ogni cosa
La fredda morte
Che azzera
Tutto ciò che è vita.
Piange il cielo
Per la sorte di viandanti
Che si perdono tra valli innevate
E senza moto.
Non ci son lacrime
Solo gocce incipienti
Che le promettono
Ma non mantengono il patto,
Volti apatici ed annoiati
Di chi ha tedio e non ha linfa;
Di quella atta a far rivoluzioni sagge
Partendo dall’anima,
L’attuazione di un’umana tenerezza
E geniale estro
Che è tipico dell’uomo.
Potrà forse rilassarsi
Codesto eroe comune?

VINCOLI
Selvaggio tumulto
Dal più profondo dell’anima
Affamata e mai sazia
Di quel balsamo eterno
Che armonia elargisce
Con fare delicato e soave.
Il sangue sgorga da ferite
Diventate feritoie
Che giungono all’altro
Per sanarlo e guarirlo,
Mistero insondabile
Che mente umana non può comprendere,
È come se fossimo insieme legati
Da un amore indicibile
Che ci crea e ci ricrea.
Bellezza ti cerchiamo
E non comprendiamo
Il celato motivo per cui
Ogni cosa che mettiamo al mondo
Ci pare imperfetta ed incerta.
Il viaggio consiste
Nell’ammettere a noi stessi
Di essere fragili.

LA DANZA
Il presente tempo
E quello passato
Ballano
Un delicato valzer
Dove gli amanti teneri
E fieri
Disegnano traiettorie volanti
Che adornano il cuore di grazia.
Quanto amabili sono
I loro corpi lucenti,
E candidi
Che giurano
Prossimità eterna
Dinanzi al lucente Cielo.
E’ trionfo di colori.
Dove sei forza di gravità
Ora che ogni legge tua
In quest’attimo è sospesa?
Tu sei testimone
Di un antico e sempre nuovo incanto,
Di piedi nudi che leggiadri e testardi
Percorrono la superficie delle nuvole,
Della festosa pace
Di una coppia di sposi
Che dal loro giaciglio
La volta celeste ammirano.
E’ eterno quel tempo.

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