Salto 2024: Intervista a J.K. Stefansson autore de “Il mio sottomarino giallo” (ed. it. Iperborea)

Di Emiliano Tognetti

Noi di 7Gifts.org, abbiamo incontrato Jon Kalman Stefansson, autore di “Guli Kafbáturinn”, tradotto in italiano con il titolo di “Il mio sottomarino giallo” (ed. it. Iperborea), e ci ha parlato della sua ultima fatica. Alla fine dell’intervista in italiano, troverete anche l’originale in inglese.

Ringraziamo la casa editrice “Iperborea” per questa possibilità.

Emiliano: Mr. Stefánsson, il titolo della versione italiana del tuo libro, sembra essere un chiaro riferimento alla famosa canzone dei Beatles, e con questo sottomarino giallo hai fatto riferimento a parte della tua vita e dei tuoi ricordi. Quello presente nel Parco di Paul McCartney è reale? Se sì, c’è stato un incontro e come è andato?

Jon: A volte, quando scrivo, in questo libro e anche in tutti i libri, mescolo finzione, fantasia e la mia vita. Potrei dire di aver messo tutto in una pentola e poi di mescolare molto velocemente. Alla fine, è impossibile dire cosa sia successo o cosa sia stato creato. In un certo senso è così che vedo il mondo perché sono un poeta, sono uno scrittore e creo costantemente cose nella mia testa. Per me è un confine poco chiaro quello tra ciò che è successo e ciò che non è successo. Molto spesso non siamo sicuri quando guardiamo indietro. Non siamo sicuri se i ricordi siano veri o se ce li stiamo inventando. Per me quel che narro è accaduto, ma è accaduto in quella che chiamiamo vita reale? Non ne sono sicuro, non lo so.

Emiliano: Il libro ha un forte tono autobiografico; la perdita di tua madre, la sua passione per i Beatles, il rapporto con tuo padre, l’immersione nella Bibbia, i ricordi del catechismo e molto altro ancora. Questi temi si intrecciano quasi come se fosse la storia che racconti durante una seduta. Potrei sbagliarmi. Che sensazione ti ha dato?

Jon: Tutto questo?

Emiliano: SÌ. Che sensazione hai provato dall’immersione dei temi che hai scritto nel tuo libro?

Jon: Tutto ciò di cui parlo o di cui scrivo nel libro [si trova] nella Bibbia, in Gilgamesh, nella Mesopotamia e tutto il resto. Quando scrivi, a volte hai la sensazione che le cose che scrivi oggi, le parole che scegli, risalgano a molto, molto tempo fa. Le radici delle parole risalgono a un tempo scomparso nell’oblio. Perciò io e alcuni personaggi del libro scaviamo nella terra dell’Iraq, o dov’era la Mesopotamia, perché il passato dimenticato e testi scritti molto tempo fa, in un modo o nell’altro, vivono ancora dentro di noi. A volte ho la sensazione che mentre scrivo cose che non ho mai vissuto, siano dentro di me persone vissute magari 4000 anni fa. Pertanto il tempo cessa di esistere mentre scrivo. Per me è altrettanto normale usare la Bibbia, Gilgamesh, i Beatles e il giornale di oggi mentre sono immerso nei miei scritti. Per me è tutto la stessa cosa.

Emiliano: Tra i tanti temi che affronti, noto una differenza tra il Dio dell’Antico Testamento, generalmente severo, e Gesù del Nuovo Testamento, generalmente buono. Perdonami se sono audace. Questo mi ricorda un po’ il rapporto tra tuo padre e tua madre, e il ricordo di tua madre. Sono rimasto così colpito da quello che hai raccontato riguardo al rapporto di Gesù con sua madre, che sembra riflettere il tuo, almeno nella tua memoria. Ho colto qualcosa di vero?

Jon: Le tue impressioni e interpretazioni durante la lettura sono perfettamente valide. Sono sempre felice quando i lettori trovano qualcosa di nuovo nei miei libri. Tuttavia, penso che uno dei motivi per cui il ragazzo del libro è così attaccato a Gesù sia perché sente una sorta di innocenza. Sente, pensa e intuisce che entrambi hanno padri molto distanti. Quando sei un bambino, a volte l’innocenza è la saggezza più profonda. Se sei così innocente da bambino, la conoscenza di ciò che assorbi, e magari imparerai più avanti nella vita, non ti influenzerà. Pertanto, non ci sono confini nel tuo pensiero. Per lui, [il protagonista], questo padre di Gesù, descritto nell’Antico Testamento, è il tipico padre patriarca, distante e privo di empatia. Suo padre, il padre del ragazzo, viene da una generazione in cui il patriarcato è molto severo e tutti noi cresciamo in questo ambiente. Beh, sono cresciuto felicemente. È cambiato un po’, ma comunque non in maniera significativa. Puoi vedere ovunque come il patriarcato sia straordinariamente forte ed è così stupido. È così incredibilmente stupido che qualcuno pensi che una donna sia inferiore a un uomo. Voglio dire, quanto puoi essere stupido a pensare così? Il ragazzo ne è così sorpreso. Quando legge la Bibbia, lo vede ovunque e non riesce proprio a capire. Non riesce proprio a sopportarlo.

Emiliano: Il tema principe nella tua immersione è un tema classico della letteratura. Forse il più importante, la morte. Potrei sbagliarmi. Te lo chiedo perché molte delle tue pagine mi hanno ricordato questo tema. Cosa pensi della morte? È importante che la letteratura non dimentichi il tema della morte e se sì, perché?

Jon: Penso che sia molto importante. Mentre me lo chiedevi, mi sono ricordato di una bellissima poesia di Jorge Luis Borges. Sta scrivendo di un umile poeta greco di cui nessuno sa nulla. L’unica cosa che sappiamo di lui è una poesia. Tutto il resto è stato dimenticato. In questa poesia, descrive che è seduto in un giardino e ascolta un usignolo, e la sensazione che l’usignolo evoca in lui. Questa è l’unica cosa che sappiamo di questo poeta dimenticato. Che in un brevissimo momento si trovava sulla terra, felice, ad ascoltare l’usignolo. Questo è ciò che la letteratura può darti. Può aprire il passato in modo che tu possa provare i sentimenti e sentire le voci di coloro che se ne sono andati da tempo. Penso che questo sia uno degli obiettivi della letteratura. Non tanto aprire le porte della morte, quanto dare di nuovo una voce a coloro che se ne sono andati, e hanno perso la voce, e forse sono completamente dimenticati, e lasciare che raccontino le loro storie. Sia perché allarghiamo i nostri mondi e perché è una lotta costante contro la morte; perché la morte significa dimenticare tutto.

Emiliano: Ultima domanda. Qual è il tuo rapporto con Dio oggi? Sei riuscito a finire la Bibbia e dare un senso ad alcune domande che spesso ci poniamo quando perdiamo il primo amore della nostra vita, nostra madre. Tra l’altro oggi è la festa della mamma.

Jon: Oggi è la Festa della Mamma? Non lo sapevo.

Emiliano: Sì, oggi è la festa della mamma.

Jon: Da sempre mi ritrovo a leggere di tanto in tanto la Bibbia, o parte della Bibbia, e libri che ne parlano, perché è un’opera molto interessante. Ha così tante trame e così tanti misteri. Da oltre 2.000 anni discutiamo sul significato della Bibbia e dei suoi temi. Penso che la Bibbia non dia alcuna risposta. Purtroppo, troppe persone hanno creduto che fornisse risposte. Troppe persone hanno creduto di poter leggere la Bibbia e trovare risposte alle loro questioni. Questo è uno dei motivi per cui la Bibbia è stata uno dei libri più terribili di tutti i tempi. Nel nome della Bibbia l’umanità ha compiuto cose impensabili e crudeli. Vorrei poter cambiare la situazione e forse questo è uno dei motivi per cui leggo sempre la Bibbia, penso alla Bibbia e scrivo della Bibbia perché è un lavoro così importante. Puoi vedere perché i tempi cambiano continuamente. Puoi vedere che tutti i tipi di populisti o di politici poco gentili usano ancora la Bibbia in nome della loro crudeltà. Pertanto, è importante non smettere mai di ragionarne.

Emiliano: Grazie.

Jon: È stato un piacere.

English Version:

Emiliano: Mr. Stefánsson, the title of the Italian version of your book, seems to be a clear reference to the famous Beatles song, and with this yellow submarine, you referenced part of your life and your memories. Is that present in Paul McCartney’s Park real? If so, was there a meeting, and how did it go?

Jon: Sometimes when I’m writing, in this book and even in all the books, I mix fiction, fantasy, and my own life. I could say I put it all in one pot, and then stir very fast. In the end, it’s impossible to say what happened or what was created. That’s in a way, how I see the world because I’m a poet, I’m a writer, and I’m constantly creating things in my head. For me, it’s a very unclear wall between what happened and what didn’t happen. Very often we are not sure when we look back. We are not sure if it’s a memory or if we are making up some memory. For me, it had happened, but did it happen in what we call real life? I’m not sure, I don’t know.

Emiliano: The book has a strong autobiographical flavor; the loss of your mother, her passion for the Beatles, your relationship with your father, an immersion in the Bible, your Sunday school memories, and much more. These themes intertwine almost as if it were the story you tell in a session. I may be wrong. What sensation did this give you?

Jon: All this?

Emiliano: Yes. What sensation did you get from this immersion in this theme that you wrote in your book?

Jon: Everything that I mention or talk about in the book, the Bible, Gilgamesh, Mesopotamia, and all that. When you’re writing, sometimes you get a feeling that the thing you are writing today, the words you pick go back a long, long time. The roots of the words go back to that time which has disappeared in the forgetfulness. Therefore, I, and some characters in the book, are digging into the earth of Iraq or where Mesopotamia was because I think that the forgotten past and a text written a long time ago, in one way or another, are still living inside us. I sometimes have the feeling that while I’m writing things that I have never experienced, people who maybe lived 4,000 years ago, are inside me. Therefore, time ceases to exist while I’m writing. For me, it’s just as normal to use the Bible, Gilgamesh, the Beatles, and the newspaper from today while I’m into my writings. For me, it’s all the same thing.

Emiliano: Among the many themes you address, I call a difference between the God of the Old Testament, generally severe, and Jesus in the New Testament, generally good. Forgive me for being bold. This reminds me a little of the relationship between your father and your mother, and the memory of your mother. I was so impressed by this story you gave of Jesus’ relationship with his mother, which seems to reflect yours, at least in your memory. Did I catch something true?

Jon: If you catch that while reading and if you felt that while reading, you’re perfectly right. I’m always happy when readers read something new in my books. However, I think that one of the reasons the boy in the book is so attached to Jesus is because he feels there is some kind of innocence. He feels, thinks, and senses that they both have very distant fathers. When you are a kid, sometimes innocence is the deepest wisdom of everything. If you were so innocent as a child, the knowledge of what you pick, which you learn later in life, does not affect you. Therefore, there are no boundaries in your thinking. For him, this father of Jesus, who is described in the Old Testament, is the typical patriarch father, distant and with no empathy.

His father, the father of the boy, comes from a generation where the patriarchy is very strict, and we all grow up in that. Well, I grew up happily. It’s changed a bit, but still, it’s not changing. You can see everywhere how the patriarchy is uncannily strong and it’s so stupid. It’s so incredibly stupid that someone thinks that a woman is lesser than a man. I mean, how stupid can you be to think like that? The boy is so surprised about it. When he is reading the Bible, he sees this everywhere and he just can’t understand. He just can’t cope with it.

Emiliano: The understanding theme in your immersion is a classic theme of literature. Perhaps the most important, the death. I may be wrong. I ask this because a lot of your pages have reminded me of this theme. What do you think about death? Is it important that literature does not forget the theme of death and if yes, why?

Jon: I think it’s very important. While you were asking, I remembered a wonderful poem by Jorge Luis Borges. He is writing about a menial Greek poet nobody knows anything about. The only thing we know about him is one poem. Everything is forgotten. In this poem, he’s describing that he’s sitting in a garden and listening to a nightingale, and the feeling that the nightingale evokes in him. That’s the only thing that we know of this forgotten poet. That he was in a very short moment on the earth, happy, listening to the nightingale. That’s what literature can give you. It can open up the past so you can have the feeling and the voices of those who are long gone inside us. I think that’s one of the goals of literature. It’s to open up not the gates of death, but give those who have gone, and have lost their voices, and are maybe totally forgotten, a voice again, and let them tell their stories. Both because we enlarge our worlds and it’s a constant fight against death because death is to forget everything.

Emiliano: Last question. What’s your relationship with God today? You’re able to finish reading the Bible and make sense of some questions that we often ask ourselves when we lose the first love of our life, our mother. Today is Mother’s Day.

Jon: Is it Mother’s Day today, I didn’t know.

Emiliano: Yes, today is Mother’s Day.

Jon: I’m always once in a while reading the Bible or part of the Bible and books about and around the Bible because it’s a very interesting work. It has so many layers of stories and so many mysteries. We have been for over 2,000 years arguing about the meaning of this and that in the Bible. I think the Bible doesn’t give any answers. Sadly, too many people have believed that it gives answers. Too many people have believed that they can take up the Bible and find answers to their views. That’s one of the reasons that the Bible has been one of the most terrible books of all time. In the name of the Bible, mankind has done unthinkable, cruel things. I wish I could change that and maybe that’s one of the reasons I’m always reading the Bible, thinking about the Bible, and writing the Bible because it’s so important work. You can see because times are always changing. You can see that all kinds of populists or not-so-kind politicians are still using the Bible in the name of their cruelty. Therefore, it’s important for us to open up that door.

Emiliano: Thank you.

Jon: My pleasure.

Be the first to comment on "Salto 2024: Intervista a J.K. Stefansson autore de “Il mio sottomarino giallo” (ed. it. Iperborea)"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*